Un decreto approvato dal Consiglio dei ministri introduce pene più
severe per i datori di lavoro che impiegano stranieri irregolari. E
prevede la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per coloro
che denunciano uno sfruttamento grave.
Il provvedimento, recependo la
normativa comunitaria in materia, prevede che chi è stato condannato per
aver dato lavoro a un immigrato senza permesso dovrà pagare una multa
pari al costo medio del rimpatrio del lavoratore straniero assunto
illegalmente. Pene aumentate di un terzo, poi, se i lavoratori impiegati
sono più di tre, se sono minori di 16 anni e sono sottoposti a
condizioni lavorative di grave sfruttamento. In questi casi è rilasciato
il permesso di soggiorno della durata di sei mesi, con possibilità di
rinnovo per un anno o più, allo straniero che «abbia presentato denuncia
e cooperi nel procedimento penale instaurato nei confronti del datore
di lavoro». Prevista una norma transitoria per i datori di lavoro che
intendono mettersi in regola.
Il Pd accoglie con estremo favore la nuova normativa anti-caporalato
e atutela degli immigrati del governo, soprattutto in riferimento al
Mezzogiorno: «Si tratta di un intervento legislativo importante specie
per un settore come quello agricolo dove la naturale concorrenza tra le
imprese è spesso messa in discussione da comportamenti di vero e proprio
sfruttamento della forza lavoro. Il caporalato, diffuso in molte aree
territoriali specie nel Mezzogiorno italiano, viene con queste norme
messo a dura prova e a beneficiarne sarà l’intero paese. Per tutto
questo valutiamo positivamente questo intervento del governo»: così il
capogruppo del Pd nella commissione Agricoltura della Camera, Oliverio
commenta il provvedimento.
Il decreto approvato ieri dal governo, se applicato, blinderà i nuovi
schiavi, tutelandoli dai nuovi schiavisti. E blinderà pure il mercato
agricolo, tutelandolo dagli speculatori. I migranti, grazie a quella
legge, avranno strumenti per difendersi. Piomberanno pene più severe su
chi li sfrutta, e chi decide invece di non sfruttarli più potrà metterli
in regola grazie a una satoria. Se invece non lo farà, si esporrà al
rischio di incorrere in pene molto più severe di quelle previste dalla
legge Bossi-Fini. Un rischio assai più congruo di quello che i datori di
lavoro correvano in passato. Chi viene sfruttato sarà incoraggiato a
denunciare chi lo sfrutta in cambio della possibilità di regolarizzare
la sua posizione: ai migranti, infatti, verrà offerta la possibilità di
ottenere l’agognato permesso di soggiorno se denunceranno chi li fa
lavorare in nero. Un passaggio fondamentale nella lotta al lavoro
irregolare, ma soprattutto nella tutela dei diritti umani. Ed ecco che
si profila una massiccia regolarizzazione dei migranti clandestini, i
quali rappresentano una grossa parte della nella manodopera in
agricoltura e in edilizia.
http://www.ultimaora.net/notizie-politica/permesso-di-soggiorno-a-chi-denuncia-sfruttatori.html
IL SANGUE VERDE di Andrea Segre (ZaLab - 2010)
La voce dei braccianti africani che hanno manifestato a Rosarno
contro lo sfruttamento e la discriminazione.
7 volti, 7 storie e un'unica dignità.
Gennaio 2010, Rosarno, Calabria. Le manifestazioni di rabbia degli immigrati mettono a nudo le condizioni di degrado e ingiustizia in cui vivono quotidianamente migliaia di braccianti africani, sfruttati da un'economia fortemente influenzata dal potere mafioso della 'Ndrangheta. Per un momento l'Italia si accorge di loro, ne ha paura, reagisce con violenza, e in poche ore Rosarno viene "sgomberata" e il problema "risolto". Ma i volti e le storie dei protagonisti degli scontri di Rosarno dicono che non è così. Scovarle e dare loro voce è oggi forse l'unica via per restituire al Paese la propria memoria: quella di quei di giorni di violenza e quella del proprio recente quanto rimosso passato di miseria rurale.
Prodotto da ZaLab in coproduzione con Aeternam Films con la collaborazione diRAI3 - Doc3 JoleFilm e la partecipazione di AAMOD con il patrocinio di Amnesty International- sezione italiana vai a credits completi
Prodotto da ZaLab in coproduzione con Aeternam Films con la collaborazione diRAI3 - Doc3 JoleFilm e la partecipazione di AAMOD con il patrocinio di Amnesty International- sezione italiana vai a credits completi
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